L’apparizione

L’apparizione

 

Tutto ebbe inizio il venerdì 8 luglio 1519, quando un pastorello sordomuto di Adro di nome Gian Battista Baioni, figlio di Martino, se ne tornava in paese raccontando dell’incontro con una misteriosa Signora vestita di bianco che gli aveva affidato un messaggio per la sua gente.

L’evento era accaduto in un luogo detto «La Cava», per l’abbondante sabbia che vi si trovava, in territorio di Adro, ma allora confinante con il territorio di Nigoline e Torbiato, lontano un chilometro e mezzo dalla chiesa parrocchiale. Il posto era chiamato anche «Oneto» per la lussureggiante e fitta vegetazione di ontani e dove abbondanti erano le acque sorgive e scolatizie.

La testimonianza più significativa che descrive il fatto dell’apparizione si trova in una lettera inviata da Venezia il 3 ottobre 1772 al custode del Santuario. Un documento desunto da un libro molto antico, che si rifà a «esatti processi» anteriori.

«Romito amico distinto.

Col presente mio foglio vi fo sapere di avere ritrovato il modo di soddisfare ai vostri desideri senza alcuna spesa. Io ho avuto il permesso nella Cancelleria Ducale per quei fondamenti che voi desiderate intorno alla chiesa della Beata Vergine della Neve.

In essa Cancelleria ho trovato un libro, assai logoro, senza frontespizio e senza il nome dell’autore, in cui sono registrate, oltre alle altre cose, diverse apparizioni di Maria Santissima, tra le quali anche quella che Lei fece in Adro, appresso via Cava, la quale come sta scritta in detto libro, io la trascrivo fedelmente qui sotto, come segue:

“Con singolare dimostrazione di sincero affetto riguardò sempre Maria santissima li umili di cuore e li compartì essa sovente i più pregiati favori ai puri e semplici contadini a lei più cari per la purità e l’umiltà insieme; straordinaria per la maniera con cui la umilissima Imperatrice del cielo e della terra volle beneficare questo povero contadinello con restituirgli la loquela; ma non si fermarono solo in questo le grazie e le meraviglie di Maria Santissima che volle estenderle in Adro con i paesi circonvicini con sua prodigiosa Apparizione.

Oh, Cuore Materno. Oh ammirabile economia di sua dolce provvidenza verso noi ingrati peccatori, che invece di abbandonarci come noi meritiamo, non ascolta che i dolci sentimenti di sua misericordia, che il suo purissimo e innocentissimo Cuore non sa farci altro che bene. Così accadde per quelli di Adro.

Gli otto luglio mille cinquecento diecinove, il cui giorno caddé in venerdì giorno felice (sendo nella Sedia di S. Pietro Leone X, fiorentino della nobilissima Casa de’ Medici, il quale travagliò assai per la perfida eresia di Martin Lutero, non potendo farlo ravvedere lo scomunicò, e questo S. Pontefice fece gran cose per la Chiesa e durò in questa dignità anni otto e giorni venti), apparve dico Maria santissima in un luogo detto Via Cava a un povero contadino chiamato Batta, figlio del qd. Martino Comino Baioni abitante in terra di Adro; questo era muto stado dal suo nascere.

Era la Regina del Cielo di incomparabil bellezza, coperta di bianco manto, coronata di fulgidissime gemme; con uno sguardo di Paradiso gli significò essere la Madre di Dio. Gli domandò cosa egli faceva, le rispose che pasturava li suoi armenti.

E gli disse: va a dire a quelli di Adro che dove tu mi vedi sia fabbricata una chiesa e che si emendino di suoi peccati e mutino vita in bene vivere, che santifichino le feste, che non bestemino il nome santo di Dio, il quale purtroppo lo calpestano e che si astenghino da altri peccati; dì a loro che è stata l’Avvocata dei peccatori, Maria Vergine e per pegno dì oltre che tutti sanno che tu eri muto, prendi questa pietra e dalla a qualunque la vuol vedere che si muterà di colore di tempo in tempo e io intanto guarderò la tua greggia.

S’inginocchiò e con tenere lagrime la ringraziò della donata loquela. Ma ella con un sorriso di Paradiso lo benedì e sparvegli dagli occhi. Così costa da esatti processi”».



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