Quindi abbastanza vicino al tempo dell’apparizione. Nel 1949, quando è stata fatta l’attuale statua in legno della Madonna, lo scultore Poisa di Brescia si è ispirato proprio a questa immagine. Si tratta di una pittura discreta con dei tratti «ingenui», evidenti soprattutto nella forte differenza tra la statura della Madonna e quella del bambino, quasi a sottolineare la solennità dell’evento – anche una pecora sembra accorgersi del misterioso dialogo tra cielo e terra! – e lo stupore del pastorello. Questa differenza non appare in altre rappresentazioni dell’apparizione.
Per molto tempo si è ritenuto che la facciata fosse rivolta ad oriente e dunque l’affresco fungesse da pala d’altare. Questa ipotesi non pare oggi più credibile poiché il disegno della planimetria dell’originaria chiesetta, rinvenuto presso l’Archivio Vescovile di Brescia, mostra la facciata del piccolo tempio rivolta verso mezzogiorno.
L’iscrizione epigrafica, che risale ai primi del ‘600, è posta a fianco dell’attuale altare maggiore, sotto l’affresco, e riporta la notizia dell’apparizione: «In questo luogo apparve la Vergine gloriosa in bianche vesti a un certo fanciullo, figlio del fu Martino di Comino Baglioni di Adro, di nome Battista, nel giorno di venerdì, ottavo del mese di luglio dell’anno 1519». La data segnata nel testo è perfettamente identica a quella rilevata nel racconto dell’apparizione.